Le esportazioni italiane a maggio 2015: Analisi e trionfalismi

“A maggio 2015, la crescita tendenziale delle esportazioni (+2,0%) è principalmente determinata dalle vendite verso l’area UE (+3,5%). I valori medi unitari (+3,4%) sono in aumento, mentre i volumi (-1,3%) sono in diminuzione.” Istat, comunicato stampa sul commercio estero dell’Italia, 16 luglio.

Tre le cose che colpiscono il lettore abituato a leggere i dati del commercio estero:

1) Un 2% di aumento annuo del venduto all’estero non è cosa per cui eccitarsi. Si, lo so, il mercato interno va peggio, ma questa non è ragione per sostenere che “i produttori italiani stanno intercettando la domanda estera” (che modo di parlare!);

2015 07 16 Le esportazioni italiane a maggio 2015 Analisi e trionfalism Figura 1

2) L’aumento annuo del 3,5% delle vendite destinate a paesi membri dell’UE è certo un numero interessante, ma lo è perché nasconde un altro numero: e cioè quello relativo alle esportazioni verso i paesi non-EU. In chiaro: il valore delle esportazioni delle nostre imprese verso paesi ad alto reddito pro capite aumenta più di quanto non aumenti la media mondiale. Ora, chi si eccita per questo numero non sa, o fa finta di non sapere, che i paesi UE sono quelli che in media hanno una prospettiva di crescita 2015-2017 più bassa di quella di gran parte dell’area extra-UE. In chiaro: le imprese italiane dirigono crescentemente le proprie esportazioni verso aree la cui crescita economica attesa (dal Fondo Monetario Internazionale) è strutturalmente più bassa di quella sia dei paesi ad alto reddito pro capite extra-UE, quali gli Stati Uniti, che di quella dei paesi ad economia emergente, quali il Vietnam o la solita Cina;

2015 07 16 Le esportazioni italiane a maggio 2015 Analisi e trionfalism Figura 2

3) Infine, l’utilissima disaggregazione delle ‘componenti’ della crescita dei valori esportati (quel +2%). Tale crescita, ci dice correttamente l’Istat, è il risultato netto di un aumento dei valori medi unitari (chiamiamoli prezzi, così ci spieghiamo in fretta) e una diminuzione dei volumi.In chiaro: le nostre imprese hanno, in media, venduto all’estero meno unità di prodotti, ma a prezzi più alti, di quanto non facessero un anno fa. Ora io non so se vendere meno roba ma a prezzi più alti sia un bene o un male (come sa chi mi conosce, non mi occupo di ‘bene’ e ‘male’). Ma quello che so è che i dati Istat dicono proprio quello che ho scritto sopra. Ognuno, dunque, tragga le conclusioni che crede. Conclusioni che saranno diverse assai a seconda che a trarle siano i trionfalisti o gli analisti (economici).

Leave a Reply

Fill in your details below or click an icon to log in:

WordPress.com Logo

You are commenting using your WordPress.com account. Log Out /  Change )

Facebook photo

You are commenting using your Facebook account. Log Out /  Change )

Connecting to %s