Sharing economy: un modo di produzione?

“I’ll hammer the nails, I’ll set the stone
I’ll harvest your crops, when they’re ripe and grown
I’ll pull that engine apart, and patch’er up ’til she’s running right
I’m a jack of all trades, we’ll be all right”

Bruce Springsteen, Jack of All Trades (2012)

Uno dei pezzi di saggezza che Mao Tze Dong amava condividere con il suo popolo recitava grosso modo così: “Grande è il disordine sotto il cielo. La  situazione è dunque eccellente”. [Tradotto in businessese: ci sono tante sfide, ma anche tante  opportunità]  La situazione è eccellente perché consente, a chi ne è capace, di mettere ordine. Luciana Maci ha documentato che il disordine in materia di definizione di cosa sia sharing economy è davvero notevole, e dunque me ne guardo bene dall’affrontare il problema. Preferisco fare la figura del cialtrone che scrive a proposito di qualcosa che non sa cosa sia o, quantomeno, che non ha definito ancora con sufficiente accuratezza.
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Sharing economy o gig economy? E’ in atto un cambiamento dirompente (‘disruptive’) del mercato del lavoro

precarious_cartoonPremessa
Che cosa è la sharing economy? Perché tantissimi ne parlano e, a sentire i media, tantissimi la praticano? Chi shares, e che cosa is being shared? Quali aspetti della vita sociale ne vengono influenzati? Chi ci guadagna, e chi ci perde? È davvero, come sostiene Jeremy Rifkin, un paradigma nuovo di potenza e di importanza comparabile al capitalismo (e al feudalesimo, aggiungo io)? In che cosa è diversa dal socialismo?

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Sharing economy? O gig economy?

Les paroles seules comptent.
Le reste est bavardage.
(Ionesco)

Qualche settimana fa ho pubblicato su questo blog alcuni miei pensierini sulla ‘sharing economy’. Dichiarai subito la mia assoluta ignoranza in tema (cosa che peraltro non sembra essere in genere un impedimento…), con ciò contravvenendo a una regola ferrea della professione: parla di ciò che hai studiato e studi, parla solo se puoi difendere la tua tesi, ascolta in tutti gli altri casi.

Ma l’occasione era troppo ghiotta, poiché questa ‘sharing economy’ sembra essere qualcosa di talmente rivoluzionario che la discussione è confusa e impregnata di ideologia in maniera evidente. E dunque un intervento il quale ‘parta dall’inizio’, gettando un po’ di luce non tanto sull’etimologia del termine quanto sui modi in cui esso viene usato e interpretato, forse ci sta, come dicono oggi i giovani con espressione odiosa (tutto, ci sta, sempre. Il problema è se ci stia bene o ci stia male). Visto che alcuni sembrano essersi divertiti a leggere i miei pensierini, vado avanti, sempre nella speranza che chi ne sa (per aver studiato il fenomeno) mi educhi. Continue reading “Sharing economy? O gig economy?”