La lunga via della FED verso la ‘normalità’ (monetaria)

  1. Gli antefatti: fino al 2007

Fino alla Grande Crisi Finanziaria iniziata nel 2007 con la crisi di Bear Sterns (2008 per chi preferisse datarla dal fallimento di Lehman Brothers) la politica monetaria ‘strategica’ veniva condotta attraverso le variazioni del tasso di sconto. Il modello teorico che sosteneva questa scelta era quello in cui ancora molti credono: tagli (aumenti) del tasso di sconto servivano a rendere il credito alle banche commerciali meno (più) costoso, il che induceva le banche a tagliare (aumentare) i tassi attivi e, così facendo, rendere meno (più) costoso il finanziamento degli investimenti e delle spese per consumi. In questo quadro le vendite (gli acquisti) di titoli da parte della banca centrale, transazioni note come ‘operazioni di mercato aperto’ servivano prevalentemente come strumenti per la stabilizzazione dei tassi di mercato, ma non venivano usate come strumenti di politica di lungo periodo.

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A proposito di Jackson Hole e di politiche per la crescita: ve lo diciamo da anni!

 

Ho scritto la prima parte di questo pezzo il 30 agosto, ma non ho potuto pubblicarlo prima di oggi, giorno in cui il governo degli Stati Uniti ha pubblicato i dati sui posti di lavoro in essere in quel paese nel mese di agosto. Ciò rende la parte previsiva del pezzo, quella finale, un poco datata, per cui ho deciso di pubblicarlo comunque con un post scriptum di oggi.

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