Introduzione
Scrivere di prospettive della politica monetaria in questo momento è molto complesso, ed esprimere posizioni al riguardo può essere azzardato. Ci troviamo infatti in una congiuntura forse non completamente inedita, ma certamente molto più grave che in occasioni simili (ad esempio, la guerra di Crimea del 2014).
Affermiamo anzitutto con forza che il problema colossale che abbiamo oggi di fronte è quello della cessazione della guerra guerreggiata, e che il pensiero va e deve andare anzitutto a chi soffre dolori che ci siamo illusi fossero ormai solo un ricordo del passato. Ma la guerra si inserisce in un quadro economico e di politiche preesistenti e noi, ben consci del fatto che non abbiamo nessuna qualificazione per parlare di geopolitica, ci limitiamo a un quesito più mondano ma forse un pochino di più alla nostra portata: quali sono i possibili scenari della politica monetaria europea dopo l’invasione dell’Ucraina?
Il nostro obiettivo finale è avanzare ipotesi circa la direzione che il Consiglio Direttivo della BCE (CDBCE, d’ora in avanti) imprimerà alla politica monetaria in vista degli effetti della guerra; il nostro obiettivo intermedio è delineare ‘lo sfondo’ a partire dal quale il CDBCE avvierà la propria riunione del 10 marzo. Per abbozzare una risposta a questo quesito utilizziamo la seguente periodizzazione, che corrisponde alla numerazione dei paragrafi. Nel primo paragrafo il nostro punto di partenza è il CDBCE del 16 dicembre 2021: questo è lo sfondo contro il quale va collocato il dibattito degli ultimi tre mesi. Nel secondo paragrafo passiamo alla sintesi delle deliberazioni del CDBCE del 3 febbraio; il terzo paragrafo documenta la ‘transizione’ dalla pozione di dicembre a quelle più restrittive di febbraio; facciamo ciò riportando e discutendo le analisi di due esponenti di spicco del Comitato Direttivo in altrettante interviste al Financial Times. Il quarto paragrafo presenta un abbozzo di analisi della situazione post-invasione dell’Ucraina. Qui sosteniamo che il trade-off tra inflazione e attività produttiva è peggiorato di molto a causa della guerra, e che questo pone un problema ancor più grave di quanto non fosse prima della guerra: un atteggiamento restrittivo il 10 marzo avrebbe secondo noi un effetto recessivo che si andrebbe ad aggiungere a quello generato dalla guerra; ma notiamo anche che la guerra è foriera di ulteriore inflazione, e che dunque non è escluso che il CDBCE proceda con una politica restrittiva.
Avvertenza: tentare la sintesi di un dibattito tanto articolato su di un tema tanto complesso e sovraccarico di tensioni politiche non può essere fatto in maniera neutrale. Come sempre, garantiamo la buona fede, non completezza né ottusa imparzialità.
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