One thought on “Dopo la Brexit, politica europea al bivio”
Un intervento molto interessante. Che fa sorgere due domande. Se non erro Cameron (il fautore dell’austerità, come deduco dalle sue parole) ha vinto il secondo mandato anche perché ha inserito nel suo programma elettorale l’idea di un referendum sulla permanenza o meno nell’UE. La prima domanda: se il governo Cameron ha rivinto le elezioni, è corretto addebitargli gli orrori sociali dell’austerità? Secondo me no perchè altrimenti non sarebbe stato rieletto. La seconda domanda: se gli inglesi volevano esprimersi tramite referendum sull’appartenenza del Regno Unito nell’UE, perché avrebbe fatto male Cameron a indirlo?
Dal mio punto di vista, trentenne con due lauree (ingegneria) e un dottorato (in matematica in Francia e Germania) che ha fatto l’errore madornale di tornare in Italia anziché starsene all’estero, il vero effetto di questo referendum è stata un’accellerazione dei tempi che ha mostrato quello che non si vuole vedere: che l’UE è una nave che affonda. La Francia non vuole l’unione politica, la Germania non vuole quella economica: di che unione stiamo parlando? Meglio quindi che si prenda atto adesso, che sono ancora “giovane” e ho tempo, del fallimento in essere piuttosto che allungare il brodo continuando a tenere la testa sotto la sabbia. Sbaglio qualcosa in questa analisi? Grazie
Un intervento molto interessante. Che fa sorgere due domande. Se non erro Cameron (il fautore dell’austerità, come deduco dalle sue parole) ha vinto il secondo mandato anche perché ha inserito nel suo programma elettorale l’idea di un referendum sulla permanenza o meno nell’UE. La prima domanda: se il governo Cameron ha rivinto le elezioni, è corretto addebitargli gli orrori sociali dell’austerità? Secondo me no perchè altrimenti non sarebbe stato rieletto. La seconda domanda: se gli inglesi volevano esprimersi tramite referendum sull’appartenenza del Regno Unito nell’UE, perché avrebbe fatto male Cameron a indirlo?
Dal mio punto di vista, trentenne con due lauree (ingegneria) e un dottorato (in matematica in Francia e Germania) che ha fatto l’errore madornale di tornare in Italia anziché starsene all’estero, il vero effetto di questo referendum è stata un’accellerazione dei tempi che ha mostrato quello che non si vuole vedere: che l’UE è una nave che affonda. La Francia non vuole l’unione politica, la Germania non vuole quella economica: di che unione stiamo parlando? Meglio quindi che si prenda atto adesso, che sono ancora “giovane” e ho tempo, del fallimento in essere piuttosto che allungare il brodo continuando a tenere la testa sotto la sabbia. Sbaglio qualcosa in questa analisi? Grazie
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