Un mondo tripolare: Unione europea tra Usa e Cina nel quadro del rallentamento del commercio internazionale. La pandemia sta introducendo nuovi scenari?

20 07 04

Daniele Langiu, daniele.langiu@gmail.com

Fabio Sdogati, sdogati@mip.polimi.it

Premessa

Da alcuni mesi ed in una serie di articoli, ci stiamo occupando di commercio internazionale e del processo di disaccoppiamento commerciale tra Usa e Cina. Nella maggior parte di questi articoli, abbiamo posto l’attenzione su Usa e Cina, attori principali della guerra commerciale in corso. In due soli articoli durante maggio scorso, abbiamo provato a delineare il ruolo dell’Unione europea nel commercio internazionale post-Grande Recessione e gli effetti della guerra commerciale sugli scambi dell’Ue con Usa e Cina.

In particolare, nell’articolo del 3 maggio “Commercio estero in un mondo tripolare”, abbiamo provato ad analizzare il ruolo dell’Ue nel commercio internazionale, quando le due più importanti economie mondiali stanno adottando strategie commerciali contrapposte. I risultati a cui siamo arrivati sono:

  1. l’Unione europea è esportatrice netta verso gli Stati uniti e importatrice netta dalla Cina;
  2. negli ultimi tre anni non si notano variazioni importanti da questo modello addebitabili alle strategie commerciali adottate da Cina e Usa;
  3. le imprese dell’Unione europea potrebbero essere più attratte, a parità di altre condizioni, da una strategia commerciale tesa a rafforzare i processi di globalizzazione e attenta alla cooperazione internazionale quandoshock simmetrici, globali e di molteplice natura, colpiscono più paesi contemporaneamente.

Il presente articolo costruisce su quanto abbiamo presentato nei precedenti, con l’obiettivo di verificare se e come stiano cambiando le direzioni e le consistenze dei flussi commerciali dell’Ue verso, e da, Usa e Cina. Nel fare questo presteremo attenzione alla direzione dei flussi commerciali aggregati nei primi quattro mesi del 2020, per verificare se esista evidenza che la pandemia corrente li stia influenzando.

Figura 1 delinea il quadro generale dell’andamento dei flussi commerciali mondiali, dal quale si deduce che il tasso di crescita dei flussi di commercio internazionale è stato massimo nel primo trimestre 2018, dopo di che ha cominciato a scendere ed è diventato negativo dal primo trimestre 2019. Ciò coerentemente con il nostro titolo: siamo in un quadro di ridimensionamento dei flussi di commercio internazionale.

Figura 1

1. Il commercio bilaterale Ue con Usa e Cina: un confronto sui 4 anni più recenti

Figura 2 mostra le esportazioni nette Ue verso Usa e Cina. In particolare, mostra la sostanziale stabilità delle esportazioni nette dell’Ue-28 fino al 2014: surplus commerciale verso gli Usa e deficit commerciale verso la Cina fino al 2014 e, successivamente, l’ampliamento sia del surplus sia del deficit. In altre parole, dal 2014, l’Ue-28 è diventa sempre più creditrice nei confronti degli Usa, in particolare dal 2017, e sempre più debitrice nei confronti della Cina. Come presenteremo nei grafici successivi, in aprile 2020, l’Ue è tornata ad avere un saldo di esportazioni nette comparabile con i mesi pre-Covid-19; a differenza del saldo con gli Usa che nello stesso mese si è pesantemente ridimensionato.

Figura 2

Figura 3 riporta alcuni andamenti di interesse. Anzitutto, le esportazioni Ue verso il mercato britannico sono scese di molto nel 2020, probabilmente per l’effetto combinato della pandemia e della decisione britannica di tagliare i propri rapporti commerciali con la Ue; in secondo luogo, le esportazioni verso gli Usa sono cresciute negli anni e il 2020 mostra una contrazione veramente poco notevole; e infine le esportazioni verso la Cina hanno un andamento molto stabile, apparentemente insensibile anche ai guasti prodotti dalla pandemia.

Figura 3

Non sembra dunque che la pandemia stia intaccando il ruolo egemonico degli Usa in quanto mercato di sbocco delle merci europee. Simmetricamente, Figura 4 mostra che quello cinese rimane il mercato di approvvigionamento maggiore per l’Ue, che quello Usa appare meno importante ma stabile, e che quello britannico è in decrescita, forse per le stesse ragioni per cui decresce la domanda britannica di esportazioni Ue.

Figura 4

2. Il commercio Ue con i principali partner commerciali Extra-Ue27 negli ultimi 4 mesi

Figura 5 riporta che nei mesi di marzo e aprile scorsi i flussi di esportazioni italiane sono diminuiti fortemente soltanto verso Usa e Regno unito; mentre il risultato per il Regno unito era atteso per le note ragioni, sorprende la riduzione forte delle esportazioni verso gli Usa, un fatto che accenna alla possibilità di una ‘rilevanza decrescente’ del mercato Usa, una ipotesi da verificare sistematicamente nei prossimi mesi. Stabili invece le esportazioni Ue verso la Cina, e marginalmente in calo quelle verso Svizzera e Russia. In appendice, Figura 5A mostra sia quanto sia cambiata la rilevanza dei principali mercati di destinazione delle esportazioni Ue.

Figura 5

Interessante che gli andamenti delle importazioni rafforzino simmetricamente i ruoli di Cina e Usa: la Cina rafforza la propria posizione di principale fornitore dell’Ue, gli Usa indeboliscono il proprio. Meno significative le variazioni degli altri partner commerciali importanti (Figura 6). In Appendice, Figura 6A mostra sia quanto sia cambiata la rilevanza dei principali mercati di importazione dell’Ue.

Figura 6

Conclusioni

  1. L’effetto congiunto della ‘guerra commerciale’ e della pandemia non sembra aver intaccato in maniera importante, fino ad ora, il ruolo delle imprese cinesi come principali fornitrici di imprese e consumatori europei, né quello di principali acquirenti delle imprese e dei consumatori statunitensi;
  2. Apparentemente rilevante, invece, la contrazione dei flussi da e verso il Regno unito, per le quali si può ipotizzare un forte contributo della scelta di abbandonare l’Unione europea;
  3. L’analisi di tipo più strettamente congiunturale mostra che per nessuno dei paesi maggiori partner commerciali della Ue si sono verificati cambiamenti rilevanti nei flussi tra gennaio e febbraio, e che i cambiamenti sono iniziati a marzo: forte caduta delle esportazioni Ue in Regno Unito, e esportazioni verso la Cina stabili anche in aprile; diminuite a partire da marzo anche le esportazioni verso la Svizzera e la Russia, ma non così nettamente come quelle verso Usa e Regno Unito;
  4. Dal lato delle importazioni dell’Ue, è molto significativa l’impennata di quelle dalla Cina, un fatto che rafforza la condizione strutturale cinese di fornitrice dell’Ue anche in un momento di shock da offerta molto forte.

 

Appendice

Figura 5A

Figura 6A

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